[Oggi mamme] Vivere bene col pancione


http://www.ilblogdisposamioggi.com/2017/10/bistrotoriginale.html
Nausea, vomito, tensione al seno, stanchezza e sonnolenza, minzione frequente, mal di testa, … Sono alcuni dei compagni di viaggio più frequenti di una donna in gravidanza. Eppure, ve lo garantisco, il vostro pancione vi mancherà. E parecchio.
Ricordo che, per alcune settimane dopo il parto, istintivamente tendevo ad accarezzarmi ancora la pancia e a “difenderla” in caso di possibili urti. Eppure, il babanetto era lì davanti a me nella sua carrozzina e si faceva sentire, eccome se si faceva sentire. Da qualche parte ho letto che capita a molte donne e la cosa non mi meraviglia, considerando che quella pancia ce la portiamo dietro per nove mesi, con tutto il suo corollario di emozioni in crescita esponenziale. Perchè, ci riflettevo a suo tempo, non sarà mica un caso se la natura ci concede così tanto tempo per capire davvero cosa ci sta succedendo.
Appena una donna scopre di essere incinta, viene assalita da mille questioni di ordine pratico: i controlli da fare, i cibi da evitare, i comportamenti da tenere. Io mi divertivo molto a consultare un sito internet che mi diceva, settimana dopo settimana, che “lui” era grande come un seme di papavero, poi come un chicco di caffè, un lampone, un gamberetto, un fagiolino e avanti tutta. Il web è stracolmo di informazioni e consigli e anche in libreria non ci si annoia. Io me la sono cavata con un evergreen, il bel mattone di T. Berry Brazelton, Il bambino da 0 a 3 anni: in effetti l’ho appena sfogliato, ma ancora oggi mi dà una certa rassicurazione averlo in casa, con le sue 540 pagine. Volendo, però, si può osare molto di più. Nel suo volume “Dal concepimento al primo anno, le risposte alle domande e alle paure dei genitori“, Alessandro Volta passa in rassegna tutte le angosce tipiche delle future mamme (tipo: “ho paura che il bambino stia male prima, durante o dopo il parto”, oppure “ho paura di non mantenere la calma e il controllo durante il parto”, “ho paura di trasmettergli il mio nervosismo”) e dice la sua. Se preferite un approccio rigoroso, ma decisamente più lieve, segnalo invece il recentissimo Noi ci vogliamo bene. Gravidanza, allattamento, svezzamento. Emozioni, scienza e ricette per mamma, papà e bebè” di Marco Bianchi. Lo sapevate che il “sandwich multicereali con burgher di legumi” è perfetto nel primo trimestre di gravidanza, “il riso basmati con anacardi e spinaci” nel secondo e la “frittata senza uova con broccoli” nel terzo? Se amate cimentarvi tra i fornelli, questo libro può riservarvi delle sorprese (non resisto: al posto delle uova ci mette la farina di ceci!).
Insomma: la gravidanza è un’occasione speciale per ogni donna e forte è il desiderio di “far tutto bene”. Non c’è nulla di male, anzi. Però è importante mantenere alta l’attenzione su una circostanza: oltre alla futura mamma (con tutto il suo bagaglio di competenze e imperativi: tenersi sotto controllo, non strafare, …) e al bambino (sta bene, cresce abbastanza, …), esiste anche una simbiotica “coppia mamma-bambino” di cui prendersi cura. Elena Balsamo, nel suo libro “Sono quì con te. L’arte del maternage“, ci spiega quanto importante possa essere una buona vita prenatale, perchè “l’utero è la prima <casa> del bambino, il suo primo mondo” e “il mondo in cui lo sperimenta, come ambiente ospitale od ostile, crea delle predisposizioni per la sua vita a venire”.
La gravidanza offre alla donna una grande opportunità: “esplorare il proprio passato in modo da trarne esperienze preziose per trasformare il presente e rinascere insieme al figlio”.
E allora, diciamocelo: non è poi così strano, se proviamo un po’ di nostalgia per quella pancia.
 
(Tra tutti i consigli di lettura, non perdetevi “Mamma mia!” di Agustina Guerrero, un fumetto esilarante prima, durante e dopo la gravidanza).
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