[Oggi mamme] Metodo Montessori: il riassunto di cosa ci insegna


http://www.ilblogdisposamioggi.com/2017/09/metodo-montessori-il-riassunto.html
Tutti pazzi per la Montessori. Tutti a comprare libri con le “attività Montessori”, ad arredare la casa in “stile Montessori”, a cercare scuole di ispirazione montessoriana. Ma perchè tanto successo?
Una risposta me la sono data un po’ di tempo fa… meglio, me l’ha data mio figlio.
Fa caldo, siamo in pieno luglio. Mi viene la brillante idea di portare il pupo in una ludoteca della mia città: c’è l’aria condizionata, a lui piace molto intrattenersi con i libri, fantastico. Il primo quarto d’ora fila liscio, poi il duenne inizia a mostrare segni di insofferenza: si inciampa, piagnucola, vuole per forza i libri del vicino, eccetera eccetera eccetera. Istintivamente metto la modalità “ramanzina”: “i libri sono di tutti”, “fate a turno”, “non si fa male a nessuno”, ” se continui a dare fastidio agli altri bambini, andiamo via“. Ed ecco che intercetto un lampo nei suoi occhi: “se do fastidio agli altri bambini, andiamo via!”.
Prima che le intenzioni prendano forma, lo agguanto, gli metto le scarpe e impegno l’uscita. Sulla soglia, una baby sitter con bimbetta al seguito si sente in dovere di fare la paternale a me e alla belva: “ma quanto la fai stancare, quella povera mamma? E tu, lasciamelo qualche giorno che te lo raddrizzo!“.
Te-lo-raddrizzo.
Un babanetto che sprizza energia da tutti i pori, che sta solo chiedendo di uscire, giocare all’aria aperta, perchè è estate e i libri ce li leggiamo stasera, mamma, adesso fammi correre, portami ai giardini a raccogliere tutti i bastoni e le pigne e le ghiande che ci sono, poi andiamo in quei bei giochi dove posso arrampicarmi e scender giù dallo scivolo, facciamoci un giro in giostra insieme che poi scattiamo anche un “feffi” e lo mandiamo a papà! Mi metto pure il cappello!
Ma lei me-lo-raddrizza.
In momenti come questi capisco il successo del metodo Montessori. Perchè la Montessori, in definitiva, ci dice chiaro e tondo che i bambini non sono animaletti da ammaestrare, non devono imparare a “stare buoni”: i bambini vanno ascoltati, ci chiedono rispetto e noi adulti dobbiamo imparare a dare loro fiducia. In Educazione per un mondo nuovo, non ci gira intorno: “come possiamo parlare di Democrazia o Libertà se fin dai primi anni di vita noi educhiamo il fanciullo a sopportare la tirannide, ad obbedire a un dittatore? Come possiamo aspettarci una Democrazia, se abbiamo allevato degli schiavi? La vera libertà comincia all’inizio della vita, non nell’età adulta (pag. 103)”.
Questa  “educazione alla libertà” significa, in definitiva, lasciare ai bambini la possibilità di esprimere spontaneamente le proprie emozioni, rispettarli come persone competenti, “aiutarli a fare da soli“. E’ il tramonto del classico rimedio “del bastone e della carota”, la fine di un linguaggio che si esprime con i termini come “piegare”, “plasmare”. Questa donna ci insegna che non dobbiamo imporre ai nostri figli di crescere troppo in fretta, nè ostacolarne lo sviluppo: “gli adulti devono rendersi conto di ciò che significa per il bambino una passeggiata […]. Il bambino non si propone di andare in qualche posto: ha solo voglia di camminare, e per aiutarlo veramente l’adulto deve seguire il bambino, non prentedere che cammini svelto come lui. In questo esempio la necessità di seguire il bambino risulta chiara: ma in realtà questa è una norma valida per tutti gli aspetti dell’educazione e in tutti i campi” (pag. 101).
Destare interessi e lasciare il bambino libero di compiere esperimenti sull’ambiente, passando da una concentrazione all’altra: questo è il segreto per saziare la “fame della mente”, perchè “quando il bambino ha raggiunto una fase in cui è capace di concentrarsi su un determinato tema e lavorarvi intorno, i difetti scompaiono (pp. 127-128)”.
E allora, piccolo babanetto mio, procedi pure con la tua schiena dritta. Andiamocene a scorazzare ai giardini, che un po’ d’ombra la troviamo.
 
ph: web